giovedì 19 luglio 2012

Occhi attenti, piedi stanchi, mani sporche


Manie di grandezza.
Aprire un blog vuol dire volere un palcoscenico su cui parlare, parlare, parlare di fronte ad un pubblico che magari neanche c'è.
Beh, io me ne frego se qualcosa o qualcuno leggerà le mie quattro parole messe in riga, una dopo l'altra. Scriverò per il gusto di scrivere, e per il gusto di sapere che qualcuno potrebbe leggere tutto questo, anche solo per caso, anche solo un giorno lontano.

...perché il titolo "mani sporche"? L'idea mi è venuta non perché voglio incitare alla delinquenza, non mi riferisco allo "sporco" dei corrotti oggetto della famosa stagione di mani pulite.
Anzi.
Lo sporco che voglio avere sulle mani è quello che hai dopo una giornata di lavoro, dopo una mattina passata ad aiutare chi ne aveva davvero bisogno, dopo una notte trascorsa a cercare di capire perché stanno facendo qualcosa di sbagliato.

Mani sporche perché non si tengono in tasca.
Mani sporche perché si usano per costruire mattone per mattone il mondo in cui viviamo, nella maniera giusta.

...bastano, però, le mani? Basta semplicemente il "fare"? Sono convinto di no.

Per questo (è un mio obiettivo) voglio avere gli occhi attenti per guardare il mondo, i piedi stanchi per capirlo dentro e fuori e le mani sporche dello sporco più sporco che trovo.

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